Dinastia Zhou

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Territorio di massima espansione della Dinastia Zhou (1122/1045-770 a.C.)
History of China
History of China
Storia della Cina
Preistoria
Paleolitico c. 500 000 anni fa – c. 8500 a.C.
Neolitico c. 8500 – c. 2070 a.C.
Antica
Dinastia Xia c. 2100-c. 1600 a.C.
Dinastia Shang c. 1600-c. 1046 a.C.
Dinastia Zhou c. 1045-256 a.C.
 Dinastia Zhou occidentale
 Dinastia Zhou orientale
   Periodo delle primavere e degli autunni
   Periodo degli Stati Combattenti
Imperiale
Dinastia Qin 221-206 a.C.
Dinastia Han 206 a.C.-220 d.C.
  Dinastia Han occidentale
  Dinastia Xin
  Dinastia Han orientale
Tre Regni 220-265
  Wei 220-265
  Shu 221-264
  Wu 222–280
Dinastia Jìn 265-420
  Jin occidentale Sedici regni
304–439
  Jin orientale
Dinastie del Nord e del Sud
420-589
Dinastia Sui 581-618
Dinastia Tang 618-907
  (Wu Zetian 690-705)
Cinque dinastie
e dieci regni

907-960
Dinastia Liao
907–1125
Dinastia Song
960–1279
  Song del Nord Xia occ.
  Song del Sud Dinastia Jīn
Dinastia Yuan 1271-1368
Dinastia Ming 1368-1644
Dinastia Qing 1644-1911
Moderna
Repubblica di Cina 1912-1949
Repubblica Popolare
Cinese

1949-oggi
Repubblica di Cina (Taiwan)
1949-oggi

La dinastia Zhou (zh. 周朝T, Zhōu CháoP) è una dinastia di regnanti che governarono nella Cina antica fra il XII e il III secolo a.C. Viene tradizionalmente suddivisa in due sotto-dinastie principali, la dinastia Zhou occidentale (zh. 西周T, Xī ZhōuP, XIII secolo a.C.-VIII secolo a.C.) e la dinastia Zhou orientale (zh. 东周T, Dōng ZhōuP, VIII secolo a.C.-III secolo a.C.). Alla famiglia Zhou afferisce anche una terza dinastia, detta dinastia Zhou settentrionale, che governò per breve tempo, nel VI secolo a.C., sul regno Wei.

I circa 789 anni di regno degli Zhou ne fanno, in assoluto, il più lungo nella storia della Cina. Durante il periodo Zhou occidentale (XIII-VIII secolo a.C.), la casa reale, soprannominata T, P, aveva il controllo militare sull'Antica Cina. Anche se la sovranità di Zhou divenne sempre più cerimoniale nel successivo periodo Zhou orientale (VIII-III secolo a.C.), il sistema politico da loro creato sopravvisse per secoli. La data "ufficiale" del 1046 a.C. per la fondazione degli Zhou è supportata dal c.d. "Progetto di cronologia Xia Shang Zhou" della Repubblica Popolare della Cina e dal sinologo David Pankenier,[1] mentre David Nivison e Edward L. Shaughnessy fissano tale data al 1045 a.C.[2][3]

Il periodo Zhou orientale è a sua volta suddiviso in due parti. Durante il c.d. "Periodo delle primavere e degli autunni (771–481 a.C.), il potere divenne sempre più decentralizzato man mano che l'autorità della casa reale diminuì. Nel successivo Periodo degli Stati Combattenti (481–221 a.C.) quelli che in precedenza erano stati regni-clienti/vassalli degli Zhou si contesero il potere sulle spoglie della dinastia che fu infine estinta dallo stato di Qin nel 256 a.C. I Qin fondarono infine la prima dinastia imperiale cinese nel 221 a.C. dopo aver conquistato tutta la Cina.

Il periodo Zhou è spesso considerato l'apice dell'artigianato del bronzo cinese.[4] Quest'ultimo periodo Zhou è famoso anche per l'avvento di tre importanti filosofie cinesi: confucianesimo, taoismo e legismo. La dinastia Zhou abbraccia anche il periodo in cui la forma predominante di scrittura cinese divenne la c.d. "scrittura del sigillo" che si evolse dalle precedenti scritture oracolari in osso e bronzo. Alla fine della dinastia era emersa anche una forma immatura di scrittura clericale.

Premessa cronologica

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La dinastia Zhou occidentale (circa 1122 a.C. oppure 1045 a.C.770 a.C.) aveva capitale a Zongzhou/Hao. La sua fine viene fatta coincidere con un'invasione di nomadi che nel 771 a.C. uccisero il re You e saccheggiarono la capitale. La successiva dinastia Zhou orientale (770256 a.C.) aveva capitale a Chengzhou, presso Luoyang. La dinastia Zhou settentrionale, chiamata anche Bei-Zhou, regnò per breve tempo dal 581 a.C. al 557 a.C., come effimero successore nel regno Wei.

Un'altra suddivisione tradizionale si basa sulla cronologia degli annali imperiali nel ducato di Lu per gli anni tra il 722 e il 481, che distinguono due periodi detti Periodo delle primavere e degli autunni (770476 a.C.) e Periodo dei regni combattenti (476–221 a.C.). La datazione storica è poco chiara fino all'841 a.C. Solo per l'epoca successiva lo storico Sima Qian (14584 a.C.) dà inizio a una datazione universalmente accettata.

Recentemente, nuovi studi sulle iscrizioni dell'epoca hanno fatto spostare la data tradizionale di inizio della dinastia Zhou dal 1122 a.C. al 1045 a.C.

Lo stesso argomento in dettaglio: Proto-Zhou.
Mito di fondazione

Secondo la mitologia cinese, il lignaggio Zhou iniziò quando Jiang Yuan, una consorte del leggendario imperatore Ku, concepì miracolosamente un bambino, Qi/Houji "l'Abbandonato", dopo essere entrato nell'impronta divina di Shangdi. Qi/Houji era un eroe culturale cui è attribuito il merito d'essere sopravvissuto all'abbandono da parte di sua madre tre volte e di aver notevolmente migliorato l'agricoltura, al punto che gli fu concessa la signoria su Tai, il cognome Ji e il titolo 后稷T, HòujìP, lett. "Signore del miglio" dall'imperatore Shun,[N 1] arrivando poi ad essere destinatario di sacrifici in qualità di divinità del raccolto. Il termine "Houji" era probabilmente un titolo ereditario legato a un lignaggio.

Buzhu, il figlio di Qi o un suo discendente Houji, o forse Ju, figlio Buzhu, abbandonò in tarda età la sua posizione di 農師T, NóngshīP, lett. "Maestro dell'agricoltura", misconoscendo la tradizione di famiglia e prendendo a vivere alla maniera degli Xirong e dei Rongdi/Beidi.[5] Il figlio di Ju, Liu,[6] tuttavia, condusse il suo popolo alla prosperità ripristinando l'agricoltura e guidandolo in un luogo chiamato Bin[N 2] che i suoi discendenti governarono per generazioni. Tai in seguito guidò il clan da Bin a Zhou, un'area nella valle del fiume Wei, nell'attuale contea di Qishan.

Il duca rinunciò ai suoi due figli maggiori Taibo e Zhongyong per favorire il giovane Jili, un rinomato guerriero. Come vassallo dei re Shang Wu Yi e Wen Ding, Jili sottomise diverse tribù Xirong prima d'essere ucciso a tradimento dalle forze Shang. Taibo e Zhongyong presumibilmente erano già fuggiti nel delta dello Yangtze, ove fondarono lo stato di Wu tra le tribù locali. Il figlio di Jili, Wen, imprigionato dagli Shang, riuscì a sfuggire ai suoi carcerieri e trasferì la capitale Zhou a Fenghao, presso l'attuale Xi'an. Intorno al 1046 a.C., il figlio di Wen, Wu, e il suo alleato Jiang Ziya guidarono un esercito di 45.000 uomini e 300 carri attraverso il Fiume Giallo e sconfissero il Shang Di Xin nella battaglia di Muye, segnando l'inizio della dinastia Zhou.[N 3] Gli Zhou infeudarono un membro della sconfitta famiglia reale Shang come Duca di Song, titolo che fu detenuto dai discendenti della famiglia reale Shang fino alla sua fine. Questa pratica veniva chiamata "Due Re, Tre Reverenze".

Considerazioni antropologiche

Secondo il sinologo Nicholas Bodman, gli Zhou probabilmente parlavano una lingua affine, per sintassi e vocabolario, a quella degli Shang,[7] conclusione recentemente confermata da David McCraw tramite statistiche lessicali.[8] Gli Zhou emularono le pratiche culturali (e cultuali) degli Shang, probabilmente per legittimare la loro presa del potere,[9] divenendo così i successori/perpetuatori della cultura Shang.[10] Al contempo, gli Zhou avrebbero potuto essere connessi con gli Xirong, una compagine culturale uniforme, già tributaria degli Shang, stanziata ad ovest di questi ultimi.[11]

Dinastia Zhou occidentale

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Lo stesso argomento in dettaglio: Dinastia Zhou occidentale.

Come anticipato, nella decisiva battaglia di Muye i resti dell'esercito dell'ultimo re Shang Di Xin si consegnarono agli Zhou il cui re, Wu (r. 10461043 a.C.) poté ufficialmente fondare la dinastia.

Il governo Zhou fu inizialmente instabile, nonostante la sottomissione di varie popolazioni barbare. Gli Zhou stabilirono la capitale a Zongzhou/Hao nella valle di Wei (Shanxi) e fondarono il loro potere su un sistema che viene definito spesso feudale, e che con termine cinese è chiamato Fēngjiàn zhìdù (封建制度). Il territorio degli Zhou era formato da un insieme di piccole città-stato. Ufficiali e funzionari non venivano pagati, ma ricevevano doni dal re, spesso terre assegnate in modo semi-permanente. Questo portò alla formazione di un'aristocrazia che spesso rivendicava la sua autonomia e si ribellava al re.

Il re Li (878 a.C.827 a.C.) fu costretto a lasciare la capitale a seguito di una rivolta. Il suo successore Xuan (827 a.C.782 a.C.) venne incoronato in esilio. L'ultimo re della dinastia occidentale fu You (781 a.C.771 a.C.), che non seppe fermare l'avanzata degli invasori barbari. La capitale fu conquistata e saccheggiata.

Dinastia Zhou orientale

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Lo stesso argomento in dettaglio: Dinastia Zhou orientale.

Un esercito di nobili cacciò quindi i barbari e il nuovo re Ping (770719 a.C.) spostò la capitale a Chengzhou presso Luoyang (Provincia di Henan), per proteggersi da ulteriori attacchi. Il signore di Qin (stato) coprì la sua ritirata e per questo fu ricompensato con il titolo di re e con le vecchie terre già parte del nucleo centrale degli Zhou. A questo punto iniziò l'ascesa della successiva dinastia Qin.

Al tempo della dinastia Zhou orientale si accelerò il processo di disgregazione del vecchio impero. I diritti reali vennero rivendicati dai grandi feudatari, la cui contesa diede luogo a una lunga serie di faide. Leghe mutevoli, tradimenti, omicidi, guerre civili e depauperamento delle usanze erano all'ordine del giorno; per questo motivo si giunse agli attacchi dei barbari.

Il re Huan (719696 a.C.) volle restaurare l'autorità reale sui proprietari terrieri, ma venne colpito e ferito. In seguito anche i grandi feudatari, primo tra questi il duca di Chu nel 704 a.C., assunsero il titolo di wang (re). In seguito il potere passò nelle mani di duchi e re come Haun di Qi nello Shandong (685643 a.C.) e Wen di Jin nello Shaanxi (636626 a.C.).

La dinastia Zhou orientale, da tempo indebolita, venne debellata dalla dinastia Qin nel 256 a.C., anno che rappresenta anche la fine del periodo degli stati combattenti.

Stato ed economia, cambiamenti/sviluppi

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Specchio in bronzo di tarda epoca Zhou 300-200 a.C., probabilmente con influssi formali greco-battriani
Placche in steatite di giada cinesi IV - III secolo a.C.

Il cuore della cultura Zhou, anche dopo la conquista dell'impero Shang, fu la valle del fiume Wei, il più lungo affluente del Fiume Giallo.[12]

L'impero era suddiviso in 9 province e 1700 tribù. Vi erano 5 classi di amministratori, un codice di corte con viaggi di ispezione reali e un protocollo diplomatico per il rapporto tra il re e i suoi amministratori. Tre granduchi e sei ministri costituivano l'ossatura della burocrazia statale.

La potenza dei signori feudali era concentrata sul numero dei carri da guerra, dei privilegi religiosi (vittime sacrificali, danze, inni), sull'età delle tradizioni, sul rapporto con la famiglia reale e naturalmente sulla ricchezza. I recipienti di bronzo venivano utilizzati per il culto degli antenati, le iscrizioni contenevano indicazioni sul rango della famiglia coinvolta. In generale si può dire che erano un sistema complesso delle gerarchie di culto e i riti a decidere l'assetto dello Stato.

Vi erano imposte ("quadrato di mezzo"), corvées (dai 3 ai 10 giorni) e servizi militari. Nel VI secolo a.C. si registra per esempio l'imposta agraria negli stati temporanei di Lu e di Zheng, le armi e i tributi, nel quale il popolo non veniva oberato dalle tasse e dalle corvées ma tutto si risolveva con le continue lotte tra clan.

Le leggi vennero da questo momento in poi scritte con il bronzo, tuttavia vi erano pochi impiegati che potevano sorvegliarle. Ci si accontentava della presenza di simulacri.

In campo filosofico sono degni rappresentanti di questo periodo Lao Tzu, Confucio, Mencio, Mozi. In particolare negli annali scritti nel periodo delle primavere e degli autunni e nel periodo dei regni combattenti la filosofia fiorì a causa dei rapporti difficili. Alcuni consiglieri ambulanti (Confucio aveva da solo 72 discepoli significativi) cercarono di organizzare in maniera efficiente gli stati temporanei e di rinsaldare l'ordine interno.

L'organizzazione più rigida dei ducati nel IV e III secolo a.C. portò anche ad uno sviluppo economico e ad innovazioni nella tecnica. Il rendimento dell'agricoltura venne perfezionato, si utilizzavano concime, utensili in ferro (vi sono testimonianze della lavorazione del ferro nel 513 a.C.) e imbragature a pettorina, che non soffocavano più gli animali da traino. Inoltre si distinguevano diversi tipi di terreno, irrigati e drenati in grandi impianti, i cui costruttori sono riusciti a far pervenire i loro nomi fino ai nostri tempi.

In seguito la popolazione aumentò rispetto al precedente periodo Zhou arcaico. Anche il tipo di conduzione della guerra cambiò da privilegio ritualizzato della nobiltà ad impiego cosciente di grandi eserciti rurali che potevano comprendere più di 100.000 uomini. In questo campo modificato si formarono i fondamenti della potenza militare della futura dinastia Qin.

Mandato del Cielo

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Vaso rituale in bronzo degli Zhou occidentali (896 a.C.) ritrovato nella Contea di Fufeng (Shaanxi) - Baoji Zhouyuan Museum.
Lo stesso argomento in dettaglio: Mandato del Cielo e Figlio del Cielo.

La dinastia Zhou introdusse nella storia cinese il c.d. "Mandato del cielo" (zh. 天命T, TiānmìngP, T'ien1-ming4W) che si sarebbe rivelato una delle dottrine politiche più durature dell'Asia orientale. Gli Zhou se ne servirono per giustificare la loro usurpazione del potere della precedente, semi-mitica dinastia Shang (1675–1046 a.C.) i cui re-sciamani legittimavano la propria autorità vantando una parentela col potere divino tramite ascendenti sovrannaturali.[13][14] Gli Zhou, rifacendosi all'allora già strutturantesi storia tradizionale cinese, sostennero la legittimità della loro usurpazione ai danni degli ormai indegni Shang rifacendosi all'usurpazione da questi ultimi connessa ai danni della precedente, mitica dinastia Xia (2195–1675 a.C.) dimostratasi indegna del potere divino di cui era stata investita.[15][16]

Il Mandato del cielo fu presentato come un patto religioso tra il popolo Zhou e il loro dio supremo, il T, TiānP, lett. "Cielo". Gli Zhou convennero che, poiché gli affari mondani avrebbero dovuto allinearsi con quelli celesti, il Cielo conferiva potere legittimo a una sola persona, il sovrano Zhou, che guadagnava così il titolo di Figlio del Cielo (zh. 天子T, TiānzǐP), garante terreno del Mandato celeste[17] con l'onere di sostenere i principi celesti di armonia e onore. Qualsiasi governante che fosse venuto meno a questo dovere, lasciando che l'instabilità s'insinuasse negli affari terreni, o che avesse lasciato soffrire il suo popolo, com'era stato per gli Shang (e prima di loro gli Xia), macchiatisi di spreco e corruzione, avrebbe perso il Mandato.[18]

La dottrina riconosceva pertanto prerogativa dell'autorità spirituale di ritirare il sostegno a qualsiasi sovrano ribelle per trovarne un altro più degno. In questo modo, pur legittimando la loro usurpazione, gli Zhou scoprirono il fianco a qualsiasi altro usurpatore che, profittando della loro eventuale "indegnità", li avesse scalzati dal potere.[19] Dalla dinastia Zhou in avanti, il Mandato divenne così un potentissimo strumento politico.[19]

Uno dei doveri e dei privilegi del sovrano Zhou era quello di creare il calendario reale, il documento ufficiale che definiva i tempi per intraprendere le attività agricole e celebrare i rituali. Eventi imprevisti come le eclissi solari o i disastri naturali (inondazioni, terremoti, ecc.), impattanti sul calendario e sulle attività lavorative, costituivano prove di instabilità che mettevano in discussione il Mandato della casa regnante. Poiché i sovrani affermavano che la loro autorità proveniva dal Cielo, gli Zhou fecero pertanto grandi sforzi per acquisire un'accurata conoscenza delle stelle e per perfezionare il sistema astronomico su cui basavano il loro calendario (v.si seguito).[19]

La legittimità del potere Zhou nacque indirettamente anche dalla cultura materiale Shang attraverso l'uso di vasi rituali, statue, ornamenti e armi in bronzo. Mentre gli Zhou emulavano la produzione su larga scala di bronzi cerimoniali degli Shang, svilupparono un vasto sistema di lavorazione del bronzo che richiedeva un grande forza lavoro, spesso coatta. Diversi professionisti Shang furono tradotti ai centri di produzione Zhou per realizzare gli oggetti rituali in bronzo poi venduti e/o distribuiti in tutte le terre dell'Impero quale simbolo del nuovo, legittimo potere Zhou.[19]

Vaso cerimoniale in bronzo degli Zhou occidentali con iscrizione nella quale il Re di Zhou insignoriva Shi You d'un feudo garantendogli titolo, possesso terriero e dominio sugli abitanti.
Lo stesso argomento in dettaglio: Fengjian.

I sinologi occidentali spesso descrivono il sistema sociale Zhou come proto-feudalesimo cinese poiché basato sulla combinazione tra Fengjian (onori e ricompense) e 宗法T, ZōngfǎP, lett. "Legge del clan". Alla fondazione della dinastia, infatti, la terra conquistata dagli Zhou agli Shang fu divisa in feudi ereditari affidati ai nobili che col tempo divennero potentati veri e propri.
La popolazione (maschile) era così organizzata, per grado discendente:

  • nobili (zh. 諸侯T, zhū hóuP),
  • gentiluomini ministri (zh. T, qīngP),
  • gentiluomini burocratici (zh. 大夫T, dàifūP)
  • gentiluomini (zh. T, shìP)
  • popolino (zh. 庶民T, shùmínP).
Patrilignaggio

In materia di eredità, la dinastia Zhou riconosceva come legale solo la primogenitura patrilineare su cui si strutturava la Zōngfǎ.[20][21] Nelle parole di Hsi-Sheng Tao «il sistema Tsung-fa [i.e. Zōngfǎ] o linea di discendenza ha le seguenti caratteristiche: discendenza patrilineare, successione patrilineare, patriarcato, esogamia e primogenitura».[22] Noto anche come "patrilignaggio esteso e stratificato", fu descritto dall'antropologo Kwang-chih Chang come «caratterizzato dal fatto che il figlio maggiore di ogni generazione costituiva il principale discendente e autorità politica, mentre i fratelli minori venivano spostati all'esterno [della famiglia] per stabilire nuovi lignaggi di autorità minore, tanto più minore quanto più lontani [i.e. fisicamente lontani dal centro di potere della famiglia].» Nelle parole di Ebrey «Una linea grande (ta-tsung) è la linea dei figli maggiori che continua indefinitamente da un antenato fondatore. Una linea minore è la linea dei figli più giovani che risale a non più di cinque generazioni. Grandi linee e linee minori danno continuamente origine a nuove linee minori, fondate da figli più giovani.»

K.E. Brashier, nel suo libro Ancestral Memory in Early China, riporta che «Il lignaggio maggiore, se sopravvissuto, è la successione diretta dal padre al figlio maggiore e non è definito attraverso i cambiamenti collaterali dei lignaggi minori. Nelle discussioni che delimitano il tronco e le linee collaterali, il primo è chiamato zong e il secondo zu, mentre l'intero lignaggio è soprannominato shi [...] Da un lato, ogni figlio che non è il più anziano e quindi non erede del territorio del lignaggio ha il potenziale per diventare un progenitore e promuovere un nuovo lignaggio (idealmente dovrebbe colpire per coltivare il nuovo territorio del lignaggio [...] Secondo il commento di Zou, il figlio del cielo), terra divisa tra i suoi signori feudali, i suoi signori feudali divisero la terra tra le loro famiglie dipendenti e così via lungo l'ordine gerarchico fino agli ufficiali che avevano i loro parenti dipendenti e ai cittadini comuni, "ognuno con i suoi rapporti ripartiti e tutti con la loro precedenza graduale".»[20]

Questo tipo di discendenza unilineare divenne in seguito il modello della famiglia coreana attraverso l'influenza del Neoconfucianesimo, poiché Zhu Xi e altri ne sostenevano il ristabilimento in Cina.[23]

Nobiltà e burocrazia
Lo stesso argomento in dettaglio: Nobiltà cinese.

Il vertice della società Zhou, al di sotto del sovrano, era occupato dai 五等爵位T, Wǔděngjuéwèi P, lett. "Cinque gradi nobiliari",[24] la nobiltà cinese vera e propria i cui ranghi erano: T, GōngP, lett. "Duca", T, HóuP, lett. "Marchese", T, P, lett. "Conte", T, P, lett. "Visconte", T, NánP, lett. "Barone".[25][26] Un duca particolarmente vigoroso poteva centralizzare su di sé il potere dei suoi nobili sottoposti e diventare un autocrate vero e proprio, fenomeno che con l'andar del tempo divenne frequente ed originò conflitti di scala sempre più ampia tra la nobiltà. Lo Stato Zhou sopperì sviluppando nel contempo i burocrati/funzionari, dàifū.

Lo stesso argomento in dettaglio: Quattro occupazioni.

Nonostante queste somiglianze, ci sono una serie d'importanti differenze tra il proto-feudalesimo Zhou e l'Europa medievale. Anzitutto, l'impero Zhou era ben urbanizzato ed i suoi nobili governavano da città murate e non da castelli, pertanto non si verificò il c.d. "incastellamento". Entro le classi sociali dell'Antica Cina, le c.d. "Quattro occupazioni" (zh. 士農工商T, 士农工商S, Shì nóng gōng shāngP, lett. "Letterato-contadino-artigiano-mercante"), mancava poi un clero organizzato: gli sciamani (zh. T, P, WuW) della Cina dell'età del bronzo divennero funzionari governativi[27][28] e/o fondatori della medicina tradizionale cinese[29] sotto gli Zhou. Altra differenza fondamentale riguarda la piccola nobiltà guerriera: gli aristocratici-guerrieri al servizio dei nobili, gli S, ShìP, i.e. i componenti della carreria in tempo di guerra tra cui si sceglievano i funzioni civili in tempo di pace,[24] avrebbero perso al volgere della dinastia il loro ruolo militare,[30] finendo con il diventare la classe dei c.d. funzionari-letterati apprezzati e ricercati per la loro educazione scolastica, le competenze amministrative ed una solida etica e moralità alimentate da scuole filosofiche in costante concorrenza.[31] Il più famoso di questi fu Confucio che sviluppò ed insegnò un sistema di dovere reciproco tra superiori e inferiori. Al contrario, i legalisti non avevano tempo per la virtù confuciana e sostenevano un sistema di leggi severe e dure punizioni.

L'agricoltura durante la dinastia Zhou era intensiva e, in molti casi, diretta dal governo. Tutti i terreni agricoli erano proprietà degli aristocratici che cedevano le loro terre ai servi, in un modello similare al feudalesimo europeo medievale: es. l'imperante "Sistema dei campi a pozzo" (zh. 井田制度T, Jǐngtián zhìdùP) prevedeva che l'appezzamento terriero standard fosse diviso in nove quadrati, il centrale dei quali generava l'indotto agricolo destinato alla Corte mentre gli otto circostanti, affidati a singoli agricoltori, generavano il sostentamento degli stessi e la quota dell'aristocratico proprietario. In questo modo, il governo poteva immagazzinare il cibo in eccedenza e distribuirlo in tempi di carestia o di cattivo raccolto.[32]

Alcuni importanti settori manifatturieri durante questo periodo includevano la siderurgia del bronzo, fondamentale per la fabbricazione d'armi e strumenti agricoli. Anche queste proto-industrie erano dominate dalla nobiltà che dirigeva la produzione di tali materiali.

I primi progetti cinesi di ingegneria idraulica furono avviati durante la dinastia Zhou, come mezzo per favorire l'irrigazione agricola. Sunshu Ao, il Cancelliere di Wei al servizio del re Zhuang di Chu, arginò un fiume per creare un enorme bacino d'irrigazione nell'odierna provincia settentrionale di Anhui ed è per questo considerato il primo ingegnere idraulico cinese. Il successivo statista Wei Ximen Bao, che servì il marchese Wen di Wei (445–396 a.C.), fu il primo ingegnere idraulico della Cina ad aver creato un grande sistema di canali d'irrigazione. Come obiettivo principale del suo grandioso progetto, il lavoro sul canale alla fine deviò le acque dell'intero fiume Zhang verso un punto più a monte del fiume Giallo.[33]

Il cavaliere di Taerpo, terracotta di Qin da una tomba presso Xianyang (Shaanxi), IV-III secolo a.C.[34]

La lavorazione del bronzo sbocciò in Cina nel 2000 a.C. grazie alla Cultura di Erlitou, prob. un sito della Dinastia Xia,[35][36][37] presso il quale vennero fabbricate le prime armi in bronzo: fond. le (T), esotica arma inastata nota come "ascia-daga". Ancora al tempo degli Shang, i primi ad organizzare forze armate su vasta scala, la spada non figurava nella panoplia standard dei guerrieri cinesi che prediligevano la picca (T, S, máoP, maoW), la scure (yuè 鉞), gē e l'arco composito (S, gōngP): es. il corredo nella tomba della sacerdotessa e generale Fu Hao, moglie di Wu Ding di Shang, sepolta approssimativamente nel 1200 a.C., comprende al massimo dei coltelli in bronzo a lama diritta, c.d. zhibeidao (直背刀S).[38] Le prime spade cinesi vere e proprie, manufatte in bronzo e del tipo a lama diritta, i.e. jian, apparvero sotto gli Zhou: armi corte e massicce, con lama diritta di 28-46 cm, utilizzate come estrema difesa dai combattenti quando tutte le altre opzioni erano fallite.[39]

Lo stesso argomento in dettaglio: Armatura cinese § Dinastia Zhou (1046–256 a.C.).

Le armature degli Zhou consistevano o in un cappotto senza maniche di cuoio di rinoceronte o bufalo (armatura tipo 革甲S, gé jiǎP) o in un'armatura a scaglie di pelle bollita (armatura tipo wei jiǎP). Spesso, la pelle veniva ricoperta con della lacca per aumentarne la resistenza ai colpi ed alle intemperie. Gli elmi erano in gran parte simili a quelli degli Shang ma meno decorati. Il collasso del potere centrale Zhou nel "Periodo delle primavere e degli autunni" (770–454 a.C.) avviò una lunga serie di guerre durante le quali ebbe rapida diffusione in Cina il cocchio da guerra, utilizzato sia per dirigere le forze di fanteria sia per trasportare sul campo di battaglia gli arcieri. Le bighe erano corazzate con del cuoio e spesso dotate di un parasole da smontarsi prima dello scontro. La barda dei cavalli era composta da pelle o pelliccia di animale (molta diffusa la tigre) e consisteva principalmente nella gualdrappa seppur siano stati rinvenuti reperti di pettiera in lamelle di cuoio.[40] Trasportato dalla biga e quindi non interessato da particolari problemi di movimento, il soldato di rango indossava un'armatura volta unicamente a garantirne l'incolumità e non la mobilità.

Gli Zhou occidentali mantennero un forte esercito, diviso in due grandi armate: i "Sei Eserciti dell'Ovest" e gli "Otto Eserciti di Chengzhou". Ne è registrato l'impiego fin nell'Altopiano del Loess (attuale Ningxia) e nella piana alluvionale del fiume Giallo. L'abilità militare degli Zhou raggiunse il culmine durante il XIX anno del regno di re Zhao, quando i Sei Eserciti furono annientati insieme a re Zhao in una campagna intorno al fiume Han.[41] Il fulcro di queste armate era composto dalle unità di carri che affidavano la loro efficienza sulle armi inastate come il , sull'arco e sulla balestra (S, nŭP), presente in Cina dal 650 a.C. circa.[42] Almeno tra i carristi era in uso l'armatura.[43] Sebbene il carro da guerra fosse stato introdotto in Cina dall'Asia centrale al tempo degli Shang, fu appunto sotto gli Zhou che prese ad essere massicciamente utilizzato sui campi di battaglia.[44][45] Recenti ritrovamenti archeologici dimostrano somiglianze tra le sepolture di cavalli delle dinastie Shang e Zhou con le popolazioni della steppa eurasiatica occidentale, come i Saka e i Wusun.[46][47] Altre possibili influenze culturali derivanti dal contatto con queste popolazioni iraniche dell'Asia centrale in questo periodo possono includere stili di combattimento, sepolture con testa e zoccoli, motivi artistici e miti.[41][46]

I primi re Zhou erano veri comandanti in capo. Il sopracitato re Zhao guadagnò fama di guerriero per le ripetute campagne nella regione dello Yangtze, morendo, come anticipato, nell'ultima delle stesse. Le campagne dei re successivi furono meno efficaci. Il re re Li guidò 14 eserciti contro i barbari nel sud senza riuscire ad ottenere alcuna vittoria. Il re Xuan combatté invano i nomadi Quanrong. Il re You fu ucciso dai Quanrong quando Haojing fu licenziato.[41]

L'esercito Zhou comprendeva anche truppe "barbare" come il popolo Di. Il re re Hui di Zhou sposò una principessa dei Di "Rossi" in segno di apprezzamento per l'importanza delle truppe Di nella sua armata.[48] Anche il re Xiang sposò una principessa Di dopo aver ricevuto il sostegno militare di quel popolo.[41][49]

Lo stesso argomento in dettaglio: Filosofia cinese.

Sotto gli Zhou originò la filosofia cinese propriamente detta, le cui fasi iniziali principiarono nel VI secolo a.C. I più grandi filosofi cinesi, quelli cioè che hanno avuto il maggiore impatto sulle generazioni successive di cinesi, sono stati Confucio, fondatore del Confucianesimo, e Laozi, figura fondante del Taoismo. Altri filosofi di quest'epoca furono: Mozi, fondatore del Moismo; Mencio, il "secondo saggio" del confucianesimo; Shang Yang e Han Fei, responsabili dello sviluppo del c.d. "Legismo"; e Xunzi che fu senza dubbio il centro della vita intellettuale dell'antica Cina durante il suo tempo.[50]

La teologia di stato della dinastia Zhou utilizzava concetti della dinastia Shang e si riferiva principalmente al dio Shang, Di, come Tian, un concetto più distante e inconoscibile ma che tuttavia chiunque potrebbe utilizzare la visione opposta della spiritualità degli Shang.[51] Gli Zhou volevano aumentare il numero di cercatori dell'illuminazione e mistici e coloro che sarebbero interessati a conoscere queste cose come un modo per allontanare ulteriormente la loro gente dal paradigma dell'era Shang e dalle tradizioni locali.

Arti nel periodo Zhou

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  1. ^ Shiji, Annali di Zhou, §3.
    «L'imperatore Shun disse: «Qi, il popolo dai capelli neri comincia ad essere affamato. Tu, Signore del miglio, semina i vari tipi di grano nelle loro stagioni.» Ha infeudato i Qi a Tai; il titolo [di Qi] era Signore del miglio e il suo cognome distintivo era Ji.»
    .
  2. ^ La posizione esatta di Bin rimane oscura, ma potrebbe essere stata vicino a Linfen, sul fiume Fen, nell'attuale Shanxi - v.si Shaughnessy 1999,  p. 303 e Wu 1982, p. 273.
  3. ^ Sima Qian è stato in grado di stabilire date storiche solo dopo il periodo della reggenza di Gonghe. Date precedenti, come quella del 1046 a.C. per la battaglia di Muye, sono fornite in questo articolo secondo il Progetto di cronologia Xia Shang Zhou sponsorizzato dal governo della Repubblica Popolare della Cina ma rimangono controverse. Vari storici hanno offerto date per la battaglia comprese tra il 1122 e il 1027 a.C.

Bibliografiche

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  5. ^ Shiji, Annali di Zhou, §3.
  6. ^ Wu 1982, p. 235.
  7. ^ Bodman 1980, p. 41.
    «"Inoltre, il cinese della dinastia Shang, almeno nella sintassi e nel lessico, non sembra differire sostanzialmente da quello della dinastia Zhou, la cui lingua è ampiamente attestata in iscrizioni su vasi di bronzo e che fu trasmessa nella prima letteratura classica."»
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